martedì 31 marzo 2009

Governo Berlusconi: analisi di un suo (probabile ex) elettore


Questo post l'ho rubato a Ghizolfo senza chiedergli nemmeno il permesso...lo so non si fanno questi dispetti, ma tanto ora gli telefono (è passata mezzanotte,manca un quarto all'una) e glielo dico....

Prima di arrivare al nocciolo è necessario fare una breve premessa.
L'attuale maggioranza capitanata dal Cavalier Berlusconi è stata eletta sulla base di importanti e sensibili promesse elettorali gran parte delle quali rivolte ai piccoli imprenditori ed artigiani i quali, è ben noto, rispetto alla categoraia degli industriali, formano un bel numero consistente di voti
Il tenore di queste promesse elettorali è ben noto a tutti ma è meglio rinfrescare le idee a tutti coloro che ne ignorano il contenuto:
a) riduzione pressione fiscale gravante sulle piccole/medie imprese ed artigiani
b) abolizione del decreto Bersani e di tutti i suoi adempimenti imposti ai lavoratori autonomi (un vero e proprio freno a mano imposto ai piccoli...).
Ad oggi non vi è stata nessuna riduzione della pressione fiscale gravante sui piccoli/medi imprenditori ed artigiani: nemmeno uno 0,0000000000000001 di quella lasciata dal precedente governo.
Tantomeno non è stato abolito uno dei tanti adempimenti, gravante sul lavoro dei professionisti, derivanti dal decreto Bersani .
Per contro l'attuale governo ha ulteriormente conferito maggiori poteri ai concessionari per la riscossione coattiva dei crediti vantati dalle amministrazioni finanziarie (che inviano cartelle a raffica ed accertamenti fiscali a gò gò) nei confronti dei piccoli/medi imprenditori .
Ergo Equitalia ed affini possono mettere all'asta beni mobili ed immobili senza dovere di notifica: questo il "regalino" del governo Berlusconi a tutti quei piccoli/medi imprenditori alle prese con la crisi in difficoltà con il pagamento delle tasse e dei tributi.
Altro che aiuti ed incentivi a mitigare la politica scellerata di assalto vampiresco alle imprese adottata dal magico trio Padoa Schioppa-Bersani- Visco, qui l'attale governo ha fatto di peggio verso il proprio elettorato.
E' paradossale ma Prodi in due anni di governo ha mantenuto in pieno le sue promesse : tassare le imprese e riempirle di adempimenti che ne rallentavano l'efficenza. Dalla sinistra è logico attendersi ciò quindim inutile prendersela.
La cosa che più mi ferisce è difendersi dal "fuoco amico", da piccolo imprenditore non posso che giudicare, sino ad oggi e nel peggiore dei modi l'operato dell'attuale maggioranza.
Si dovesse votare domani ci sarebbe una scheda bianca in più: la mia.
A casa mia definiamo bugiardi coloro che promettono una cosa ne fanno un'altra (in particolare l'esatto contrario di ciò che hanno promesso).

Aggiungo io..ecco Berlusca....mavaffanculo pure tu.

Per par condicio dopo mando a cagare anche qualcuno del PD....sia mai che mi danno del sinistrorso...eppoi lì a sinistra c'è tanto di quel materiale...

domenica 29 marzo 2009

The times: no al modello romano

the times (clicca per vedere) in un recente articolo chiede di togliere all'italia, e segnatamente a roma, l'organizzazione della finale di champions league.
da questo stesso pezzo i media italiani ne hanno riportano una parte, quella in cui il celebre giornale inglese si chiede polemicamente:
"Quante persone devono essere accoltellate prima che la Uefa accetti di spostare la finale di Champions League?"

però la foto scelta per focalizzare l'articolo non riguarda un accoltellato.... e se scorriamo il testo troviamo conferme... infatti pare chiaro la critica sia rivolta a 360gradi al "modello romano".
veniamo ad alcune parti del suddetto articolo:

“We are very concerned,” Malcolm Clarke, chairman of the Football Supporters’ Federation, said. “There is a history of English fans suffering serious attacks in Rome and a failure by the Italian authorities to deal with it.”
"Siamo molto preoccupati", Malcolm Clarke, presidente della Football Supporters' Federation, ha detto. "Ci sono diversi casi di fan Inglesi aggrediti e feriti a Roma ed un completo fallimento da parte delle Autorità Italiane nel contrastare questi fatti."

MARCH 2006Three Middlesbrough supporters were stabbed and ten others injured the night before the club secured an aggregate Uefa Cup victory over Roma. Officials at the Riverside Stadium, who were urged by the Italian authorities to provide fans with detailed safety advice, described the policing of the game as a "cesspool of mismanagement".
MARZO 2006 Middlesbrough Tre tifosi sono stati accoltellati e altri dieci feriti la notte prima della partita di ritorno durante la quale il loro club ha ottenuto il passaggio del turno contro la Roma. Fonti ufficiali del Riverside Stadium, a cui la le Autorità Italiane avevano in maniera pressante chiesto di dare precise istruzioni per la loro sicurezza ai tifosi al seguito della squadra, ha descritto la gestione della sicurezza in vista dell'incontro una conduzione assolutamente incompetente.

The most dangerous and notorious area is the Ponte Duca D'Aosta Bridge, where Italian police don't seem to have the ability or inclination to protect away fans.
L'area più nota per la sua pericolosità è il Ponte Duca D'Aosta, dove la polizia italiana non sembra avere la capacità o la volontà di proteggere i tifosi ospiti.

Steve Powell, Football Supporters' Federation:"We are very concerned about the repeated episodes of violence in Italy and will be putting pressure on Uefa. We have to make sure that supporters who behave well at football matches are treated with the respect that they deserve. Unfortunately, that is not always the case."
Steve Powell, Football Supporters' Federation: "Siamo molto preoccupati per i ripetuti episodi di violenza in Italia e faremo pressione su questo punto all' Uefa. Dobbiamo fare in modo che i tifosi che si comportano bene durante le partite di calcio siano trattati con il rispetto che meritano. Sfortunatamente, questo non è sempre il caso. "

Trizia Fiorellino, Chelsea Supporters' Group:"You will never stop me going to games, but lots of people are worried about the possibility of going to Rome. The stadium is big but the seats have been bolted onto the terraces and there is a massive running track around the pitch. It's the Italian police that we are most worried about."
Trizia Fiorellino, Chelsea Supporters' del Gruppo: "Non rinuncerò mai ad andare allo stadio, ma molte persone sono preoccupate per la possibilità di andare a Roma. Lo stadio è grande, ma i sedili sono stati bullonati nelle gradinate e c'è una grande pista da corsa attorno al rettangolo di gioco. Chi ci preoccupa di più, però è la polizia italiana "

insomma il "modello romano" non piace non solo per gli infami accoltellatori ma anche per le nostre divise blu e chi le comanda.
poi perchè tanti esseri indegni di vivere girino ovunque col coltello proprio non lo sò. è un chiaro segno di decadimento di questa società, di paura, di ignoranza e forse è anche una tradizione che ha radici nell'antica roma, non saprei.
purtroppo però gli accoltellamenti sono un triste quotidiano specialmente nei week-end. per strada, nei locali, addirittura a scuola(!) e persino in spiaggia... ad un mio amico è capitato di trovarsi d'estate in sardegna a discutere con un tale che ad un certo punto ha tirato fuori un coltello, non perchè litigassero, semplicemente perchè gli ha fatto vedere che lui lo portava sempre con sè. belin immagino si sia sentito figo...
insomma ridurre la vicenda a stadio e d'intorni appare ridicolo quanto strumentale e il fatto che, come risalta dalle parole del sindaco alemanno, a londra ci siano decine di accoltellati ogni giorno e a roma un pò meno non è sta gran consolazione...

ma torniamo alla richiesta del times:
se roma, e quindi l'italia, non fossero ritenute degne di ospitare la finale di champions league, ne sarei soddisfatto?
sì!!!! ne sarei soddisfatto!
perchè qualcuno ne dovrebbe rispondere, e segnatamente per quanto riguarda la parte di controllo e contrasto:
politici, viminale, osservatorio, casms, figc, lega calcio, questure, digos, prefetti (magari anche l'ex prefetto achille serra oggi onorevole pd strenuo difensore della celere romana dopo quel roma-manchester utd da cui risale la foto);
in aggiunta a tutti quelli che hanno il ruolo di educare questa società così malvagia in senso lato:
famiglie, scuole, media, politici.

poi immagino già la colpa a livello nazionale sarebbe scaricata tutta sui tifosi (su tutti noi tifosi) ma all'estero e nelle sedi di potere sarebbe noto come le responsabilità siano di chi ha l'onere e l'onore di gestire le persone in tutti i loro aspetti dalla formazione al controllo.

sarei soddisfatto inoltre per il mare di soldi persi.

tutte cose già successe quando l'europeo ci è stato soffiato da polonia e ucraina perchè per essere coincisi le facce di carraro e della melandri (nostri rappresentanti in loco, belle sicure di sè) al momento della lettura della decisione non hanno prezzo.

lo sò, sono vendicativo e cattivo di cuore ma tant'è.... LL

giovedì 26 marzo 2009

H2O: Acqua in bocca...



L’estate scorsa, Il governo, facendola passare inosservata, ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23 bis del decreto legge 112/2008 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così si è sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale).
Spariranno tutte quelle belle fonti pubbliche che caraterizzavano il nostro territorio.
Già a Latina, la Veolia (multinazionale francese che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri.

L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L'acqua che sgorga dalla terra deve essere considerata come l’aria che respiriamo, quindi non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo' appropriarsene per trarne profitto.
L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
In questo mese a Istanbul si è tenuto il 5° forum mondiale per l’acqua organizzato dal consiglio mondiale per l'acqua (multinazionali + i potenti della terra) per stilare le linee fondamentali dell'uso, privatizzazione e commercializzazione.

Contenporaneamente sempre a Istanbul si è tenuto il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua dove i Movimenti per l’Acqua contestano il 5° World Water Forum.

La sicurezza mi spaventa...

Ecco il mio primo post su Pensiero organizzato, ringrazio gli amici Roberto e Luca per l'invito. La doverosa premessa è che non sono un giornalista, non sono un politico ma un semplicissimo cittadino comunitario che desidera condividere qualche considerazione insieme a voi..

In particolare dopo la ferrea posizione di Francia e Spagna contro le parole del papa verso il preservativo come metodo sicuro contro l'AIDS, nella mia semplicità ho provato a fare qualche riflessione in merito.

Facciamo qualche esempio....

Se mi metto il giubbotto antiproiettile ma partecipo ad una sparatoria posso essere sicuro di non essere colpito in modo grave oppure oppure ho solo qualche probabilità in meno ??

Se mi metto le cinture di sicurezza e vado a 200 allora in autostrada giudando in modo spericolato sono sicuro che se avessi un incidente non ne rimarrei coinvolto in modo grave ?

Se ho rapporti a rischio e mi metto il preservativo posso essere sicuro di non prendere l'AIDS ??

E' qui credo il problema, certo che il preservativo mi può aiutare ad avere qualche probabilità in meno di prendere l'AIDS ma non è, a mio avviso, la soluzione definitiva. Credo che la vera medicina per combattere l'AIDS è quella di cambiare le abitudini e i forti comportamenti a rischio presenti nelle popolazioni Africane per loro cultura storica e questo cambiamento è possibile farlo solo parlando al cuore dell'uomo.

Insomma il messaggio non può e non deve essere metti il preservativo e vai tranquillo (mettiti le cinture e guida pure in modo spericolato) ma è un più ampio ragionamento su una corretta educazione sessuale.

Vi lascio con l'articolo che ha dato spunto a questo pensiero è scritto da un medico, poi ognuno tragga le sue considerazioni...

Articolo preso integralmente da Il sussidiario.net per il link diretto all'articolo clicca qui
AIDS/ Ecco perché il preservativo non difende dal contagio

venerdì 20 marzo 2009
Nel dibattito di ieri sulle parole del Papa a Yaoundè dedicate alla prevenzione dell’AIDS in Africa è stata omessa l’evidenza scientifica. Peraltro molto scarsa sul ruolo del condom nella prevenzione/riduzione della pandemia.
Come hanno scritto dall’Uganda Filippo Ciantia e Rose Busingye su Lancet nel Marzo 2008, «la posizione tradizionale Cattolica sui condoms e l’AIDS è la più ragionevole e la più solida scientificamente nella prevenzione dell’epidemia di AIDS».
In Uganda, paese simbolo dell’Africa sub-sahariana per la riduzione della prevalenza di sieropositivi dal 20 al 6%, l’approccio “ABC” all’AIDS (Abstain, Be faithful, use Condoms, cioè Astinenza, Fedeltà, Preservativi) è stato centrato su A e B e i dati sul declino della sieroprevalenza sembrano avvalorare questa scelta. «Il governo Ugandese – sostiene Stoneburner medico consulente dell’agenzia americana di cooperazione USAID – ha promosso A e B riducendo del 65% il casual sex, con una riduzione della prevalenza HIV del 75% nel gruppo di età tra i 15 e i 19 anni, del 60% tra i 20 e i 24 e del 54% nel complesso».
Studi delle più importanti riviste scientifiche dimostrano che il declino dell’HIV in Uganda è attribuibile alla riduzione dei rapporti casuali cioè l’adesione alla B. In Uganda, Kenya e Zambia il cambiamento di comportamento in particolare la riduzione dei rapporti casuali e premaritali ha comportato una riduzione della sieroprevalenza.
Lo stesso Lancet nel gennaio 2000 aveva paragonato il preservativo alle cinture di sicurezza che offrono una falsa percezione di protezione: infatti negli anni ’70 dopo averne introdotto l’obbligo aumentarono gli incidenti per l’aumento dei comportamenti a rischio. Concludeva l’articolo: «ci dovremmo chiedere perché la promozione del preservativo non ha effetto nei paesi del terzo mondo e se abbiamo il giusto equilibrio tra questi messaggi e quelli sull’invito alla riduzione dei partner».
«Dopo 20 anni di pandemia, non c’è alcuna evidenza che più preservativi portino a meno AIDS» secondo Edward Green dell’ “Harvard's' Center for Population and Development Studies”. Norman Hearst della University of California San Francisco segnala un pattern allarmante di correlazione tra l’aumento della vendita di preservativi in Kenya e Botswana con un incremento della sieropravalenza da HIV. «Le più recenti metanalisi parlano di un’efficacia del preservativo attorno all’80%, ma si stanno educando generazioni di giovani in Africa che credono che sia sufficiente. Quello che conta è il numero dei partner.»
In una review di 134 studi Monsignor Jacques Suaudeau del Pontificio Consiglio per la Famiglia sostiene che l’espressione “safe sex” usata per definire rapporti protetti debba essere sostituita più realisticamente da “safer sex”.
L’approccio comportamentale all’epidemia è stato sostenuto sin dall’inizio dal presidente Ugandese Yoveri Museveni che nel 1992 al congresso Mondiale sull’ AIDS a Firenze affermò: «In paesi come i nostri, dove una madre spesso deve camminare per 40 km per ottenere un’aspirina per il figlio malato o 10 km per raggiungere l’acqua, la questione pratica di garantire una costante disponibilità di preservativi o il loro uso corretto non potrà mai essere risolta. Io credo che la miglior risposta alla minaccia dell’AIDS consista nel riaffermare pubblicamente e chiaramente il rispetto che ogni persona deve al suo prossimo. Dobbiamo educare i giovani alle virtù dell’ astinenza, dell’ autocontrollo e del sacrificio che richiede innanzitutto il rispetto per gli altri».
Gli interventi di prevenzione dell’HIV in Uganda (in particolare la riduzione dei partner) nell’ultima decade hanno avuto l’effetto simile ad un vaccino medico efficace all’80%. Stoneburner lo definisce un vaccino sociale.
Lo stesso presidente ugandese Yoweri Museveni più recentemente attaccò la distribuzione di preservativi ai bambini delle scuole elementari descrivendola pericolosa e disastrosa. «Non bisogna insegnare ai bambini come usare i preservativi. Aprirò una guerra sui venditori di condom. Invece di salvare vite umane promuovono la promiscuità tra i giovani. La promiscuità è la maggiore causa di diffusione dell’HIV/AIDS. I bambini a scuola dovrebbero essere educati alla ricerca di un partner per una relazione stabile per tutta la vita». Già nel 2004 in un report dal titolo Imparare a sopravvivere: come l’educazione per tutti salverebbe milioni di giovani dall’AIDS, consegnato al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, l’Organizzazione Non Governativa britannica Oxfam stimava che, se tutti i bambini nel mondo avessero potuto completare l’educazione elementare, attraverso un accelerazione del cambiamento comportamentale, si sarebbero potuti prevenire 7 milioni di casi di infezioni da HIV nei 10 anni successivi. La ricerca svolta da Oxfam dimostra che i giovani tra i 15 e i 24 anni con educazione primaria hanno meno del 50% di possibilità di contrarre l’HIV di quelli senza educazione. «Sapevamo che c’era una correlazione tra livello di educazione e prevalenza di HIV – ha detto Mike Lawson che ha lavorato al report - ma non immaginavamo quanto l’educazione fosse importante per qualunque programma di prevenzione. Senza un’azione urgente, ci vorranno 150 anni prima che ogni bambino in Africa possa frequentare la scuola elementare. Rimandare oggi questo investimento significherà un incremento della povertà domani e condannerà i paesi colpiti dall’HIV a un futuro di sottosviluppo e dipendenza senza uscita».
In un articolo del prestigioso British Medical Journal dal titolo La riduzione dei partner è cruciale per un approccio ABC bilanciato alla prevenzione dell’HIV, è stato sottolineato che «sembra ovvio, ma non ci sarebbe una pandemia di AIDS se non fosse per partnerships sessuali multiple». Gli autori sottolineano che nonostante l’evidenza di come la riduzione dei partner e la monogamia possa ridurre la diffusione dell’HIV, molti programmi danno poca attenzione a questi mezzi. «Noi crediamo che sia imperativo iniziare ad includere messaggi sulla fedeltà reciproca e la riduzione dei partner nelle attività volte al cambiamento comportamentale sessuale».

(Andrea Costanzi, medico chirurgo)

venerdì 20 marzo 2009

Perchè l'occidente fa la guerra al Papa



il livello dello scontro tra occidente e Chiesa Cattolica ha raggiunto livelli altissimi, proviamo a spiegarne il motivo.

nessuno si scandalizza se i musulmani non mangiano carne di maiale o fanno il ramadam come nessuno si scandalizza se gli indù ritengono sacre le mucche e piuttosto che mangiare di questa carne muoiono di fame semplicemente perchè la Fede è Fede dunque seppur viene a mancare la condivisione razionale mai può mancare il rispetto.
questo evidentemente non vale per tutti.
infatti quando la parola del Papa diventa razionalmente incomprensibile si scatena l'attacco.

ma il Papa, il leader della religione Cattolica, il leader di uno Stato Sovrano può dire quello che pensa o non può?

è evidente che può, non solo, che deve. poi sta ad ognuno di noi pensarla come vuole, ed io tanto per dirla tutta non la penso come la Chiesa relativamente alla questione aids preservativi ma sono fatti miei. non affari di stato. non c'è da farne tragiche polemiche come del resto mangio maiale, mucca e via discorrendo nell'indifferenza generale.

e allora perchè questa demonizzazione strumentale ad ogni occasione si scaglia contro il Pontefice?

la risposta a mio avviso è semplicissima, è sufficente leggere il discorso di Benedetto XVI recentemente pronunciato in africa e sapientemente oscurato dai media occidentali, eccone uno stralcio:

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"Di fronte al dolore o alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o all'abuso di potere, un cristiano non può mai rimanere in silenzio. Il messaggio salvifico del Vangelo esige di essere proclamato con forza e chiarezza, così che la luce di Cristo possa brillare nel buio della vita delle persone. Qui, in Africa, come pure in tante altre parti del mondo, innumerevoli uomini e donne anelano ad udire una parola di speranza e di conforto. Conflitti locali lasciano migliaia di senza tetto e di bisognosi, di orfani e di vedove. In un Continente che, nel passato, ha visto tanti suoi abitanti crudelmente rapiti e portati oltremare a lavorare come schiavi, il traffico di esseri umani, specialmente di inermi donne e bambini, è diventato una moderna forma di schiavitù. In un tempo di globale scarsità di cibo, di scompiglio finanziario, di modelli disturbati di cambiamenti climatici, l'Africa soffre sproporzionatamente: un numero crescente di suoi abitanti finisce preda della fame, della povertà, della malattia. Essi implorano a gran voce riconciliazione, giustizia e pace, e questo è proprio ciò che la Chiesa offre loro. Non nuove forme di oppressione economica o politica, ma la libertà gloriosa dei figli di Dio (cfr. Rm 8, 21). Non l'imposizione di modelli culturali che ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati, ma la pura acqua salvifica del Vangelo della vita. Non amare rivalità interetniche o interreligiose, ma la rettitudine, la pace e la gioia del Regno di Dio, descritto in modo così appropriato dal Papa Paolo VI come "civiltà dell'amore" (cfr. Messaggio per il Regina Caeli, Pentecoste 1970)."

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chiaro no?

il Papa è l'unico leader mondiale che conta qualcosa in occidente ed al contempo è guerrigliero, rivoluzionario, sovversivo, critico contestatore di questo sistema economico che è ordine mondiale. esattamente come 2000 anni fa fu per Gesù messo in croce per la sua dottrina.

demonizzare l'avversario, l'unico avversario rimasto è tattica tanto becera quanto antica e permette in un sol colpo di distrarre l'attenzione dai contenuti scottanti e di alleggerire gli stessi poichè provenienti da chi aveva appena finito di dire quella cosa così lontana dalla gente. purtroppo è una tattica che riscuote facili consensi e che viene usata continuamente contro tutti quelli che non sono asserviti al sistema e anzi hanno il coraggio di provare a combatterlo. LL

giovedì 19 marzo 2009

Puzzle


ogni tessera sta andando al suo posto...
ti stravolgo il senso del fare sciopero e di manifestare...
di conseguenza se tu lo vuoi fare lo stesso cadi implicitamente nell'illegalità...

et voilà il gioco è fatto:
da soggetto libero che pensa ed agisce liberamente, e quindi è soggetto ad essere democratica opposizione di minoranza,
diventi
guerrigliero.

e per carità, non chiedere alla gente di pensare, è troppo per questa massa di zombie. LL

domenica 15 marzo 2009

icona del politico: Marrazzo


Cittadini!
Questa è una bella notizia: nonostante la crisi mondiale, grazie all'abilità del nostro apparato politico, abbiamo un record altrettanto mondiale: le auto blu hanno raggiunto la stratosferica cifra di 607.918 unità!
Siamo decisamente primi in questa classifica: gli USA, al secondo posto, di auto blu ne hanno "solo" 75.000: circa 8 volte meno dei nostri politicians nonostante i cittadini da governare siano cinque volte quelli italiani e dislocati in un territorio trenta volte più ampio dello stivale.
Insomma se gli USA volessero raggiungerci non gli basterebbe acquistare tutte le auto blu degli altri paesi industrializzati!
Recentemente la trasmissione Le Iene ha denunciato, con lo stile della simpatica canaglia, l'(ab)uso delle auto blu per scopi personali.
Nello specifico si trattava di acquistare i biglietti per la partita di calcio di Champions League Roma - Arsenal.
Ben quaranta auto blu e rispettivi autisti sono stati pizzicati presso la sede del Coni per ritirare il bliglietto di tribuna.
I casi sono due.
Caso 1) le partite di calcio sono una importante questione di Stato, in tutte le sue forme e livelli, tale da giustificare l'uso massiccio di auto blu ed autisti pagati dal contribuente.
Caso 2) le partite di calcio non sono importanti questioni di Stato e pertanto l'(ab)uso di auto blu ed autisti sembra riconducibile più ad una forma di peculato.
Peculato o se vogliamo chiamarlo semplicemente abuso, che come sempre in Italia scandalizza ma non fa dimettere chi lo commette.
Il politico nostrano non è incline a scusarsi per lo spreco del denaro pubblico.
Anzi, a sentire certe giustificazioni sembra quasi che a far notare certi abusi si passa anche dalla parte del torto.
Marrazzo ne è un esempio, direi un'icona del politico-politicante.
Abusa del politichese non per smentire l'(ab)uso di auto blu, ma per smentirne lo stereotipo: quella da lui utilizzata era di quelle semplici senza i lampeggianti e la paletta!
Smentisce inoltre che l'autista interpellato dalle Iene fosse riconducibile alla sua persona, ma non nega che un altro autista abbia guidato la sua semplicissima auto blu.
Memore dei suoi trascorsi di duro denunciatore di misfatti, chiede addirittura aiuto alle Iene per identificare l'autista che millantava di prestargli servizio!
E bravo Marrazzo: a quanto pare un campione di mezze verità.
Tutti lo ricordiamo grintoso e pieno di entusiasmo nel dare in pasto ai leoni i malcapitati malfattori - presunti o tali - nella sua trasmissione "Mi manda Rai 3".
Un grande.
Un grande anche quando addebita il conto di 1.293,60 euro ai contribuenti laziali per una cena a base di gnocchi: sarebbe bello vederlo dare delle giustificazioni plausibili e convincenti come il suo giornalismo d'indagine dei tempi che furono: chissà quali (mezze) verità ci proporebbe.
Non me la voglio prendere in particolare col Marrazzo (mi si perdoni l'omissione di titoli) ma adesso la sua figura mi rimbalza in testa come l'icona del politicante italiano.
In mente ho solo una cosa: pulizia, via questa spazzatura di Reucci strapagati.

giovedì 12 marzo 2009

Nuovi alloggi popolari tra p.i.l., povertà e soluzioni leniniste



parliamo un pò dell'ipotesi di realizzo di 5-6000 nuovi alloggi popolari visto che l'opera del ponte sullo stretto è talmente demenziale, economicamente svantaggiosa, eticamente demoniaca, antistorica che è superfluo rifletterci sopra.

domanda:
secondo voi sono tanti anche fossero 6000?

risposta:
lo sapete che in italia ci sono oltre 8000 comuni dunque la grande opera consiste in meno di un alloggio a comune? (questo domanda e risposta ci servono poi dopo)

dunque viene da supporre che si realizzeranno un centinaio di alloggi per ogni grande città o capoluogo..
dunque viene da supporre che nelle città metropolitane sorgeranno due tre condomini in più, verrà estesa la periferia che tanto costa in termini di sicurezza.

indiscutibilmente vero che attorno all'edilizia girino un sacco di settori: meccanica, materie prime, ingegneria, finanza, accessori, arredi, servizi, manodopera perciò le città che ne beneficeranno faranno lì per lì affari.

però da striscia la notizia sappiamo nel bel paese esistono già condomini pronti, o semipronti, alcuni inaugurati ma tanti non assegnati...

inoltre il problema grosso di oggi non è questo perchè ricordiamoci che tali alloggi popolari di cui ora si prevede la realizzazione tra una balla e l'altra saranno disponibili verso il 2020 quando si spera saremo fuori da questa crisi.
infatti ciò induce già una prima conclusione:
tali alloggi oggi non servono per migliorare le condizioni generali piuttosto quelli di chi ha un business legato alle costruzioni (e come detto sono tanti per carità, non tutti, non necessariamente le fasce più in crisi).
e quali sicuramente nello specifico sono queste fasce più in crisi?
quelle che oggi non riescono a pagare il mutuo o l'affitto.

bingo!

il problema oggi è questo, pagare mutuo e affitto. c'è un mare di case sfitte e case pignorate, questo bisogna evitare! non serve ad una fava al tipo sfrattato o che sta perdendo tutto che nel 2020 ci siano sti tre alloggi in più! (non tutti i soggetti in crisi infatti lavorano in business correlati all'edilizia).

e non parliamo di legge della domanda e dell'offerta che dovrebbe far calare il prezzo perchè il mutuo quello è, e l'affitto pure.
se siamo in emergenza (e lo siamo) occupiamoci delle emergenze.

ora vi dico una cosa, nel mio piccolo comune ci saranno una ventina di alloggi da ristrutturare con pochi euro che se non ristrutturi col tempo verranno giù visto che l'opera di "colonizzazione & salvataggio" portata avanti dai tedeschi si è fermata con l'addio al marco.
dico solo nel mio comune una ventina di alloggi solo da sistemare!

oggi quasi ogni comune d'italia (lasciamo giusto stare quelli più alpini e appenninici) è a pochi minuti d'auto da una medio grande città. da autostrade. da reti ferroviarie. da piccoli aeroporti. da ospedali. da scuole. da centri commerciali. dal posto di lavoro.

ma in questi comuni vivono sempre meno persone e lo stato nulla fa per favorirne un ritorno, e proprio la misura dei nuovi alloggi infatti va nella direzione opposta.

se uno vive appena fuori città fa mantenimento del territorio il che significa meno frane, meno incendi. significa che un pò di frutta e verdura se la produce. significa che vive di più (statistiche) e vive meglio (più relazioni sociali, più attività fisica, più cibo sano e aria buona). significa che consuma meno droghe (statistiche). significa che produce meno delinquenza (statistiche).

ma sapete che vi dico?

che colmo dei colmi tutte queste cose abbassano il p.i.l.!!!!

sì perchè il pil sale se ci sono frane e incendi perchè devi stanziare opere e soldi per ripare a tali disastri.
perchè se l'insalata o le patate le compri al centro commerciale alimenti il sistema se te le produci da te no.
se vivi di più prendi più pensioni.
se vivi meglio consumi meno psicofarmaci, meno medicine e hai meno bisogno delle strutture sanitarie.
se non consumi droga e non produci delinquenza dai meno soldi alla criminalità e c'è meno bisogno di personale nelle forze dell'ordine.

ecco il grande business oscuro dell'allontanamento della gente dalle campagne!

ecco perchè dobbiamo ingrandire le periferie, costruire, ammassare gente in pochi metriquadri.

costruire case che non servono a un tubo se non a spendere un bel pò di soldi quando già le abbiamo.

queste, nota bene:
sono le tipiche idee comuniste leniniste. e questo rende il tutto ancora più assurdo!
un vecchio adagio diceva una roba del tipo che i comunisti pagano tizio per scavare un fosso e pagano caio per riempirlo.
noi metaforicamente facciamo le stesse identiche cose più una cosa peggiorativa visto che alla lunga ciò ci farà del male! LL

lunedì 9 marzo 2009

6 milioni di disoccupati in arrivo



la crisi deve ancora arrivare, lo dico da un pò e quanto uscito oggi in ambito ue con previsione di 6 milioni di disoccupati entro il 2010 dovrebbe aprire gli occhi.
ribadisco per i neofiti di finanza, la borsa anticipa tutto di diversi mesi!

oggi continua a lavorare gente che a breve perderà il posto e già oggi i consumi sono in calo pesante, ovvio e matematico che più aumenteranno i disoccupati e maggiore sarà il calo.
inoltre se tizio e caio sono stati licenziati il mese scorso o due mesi fa magari tra rinunce e sacrifici hanno la merda "semplicemente" al collo ma più il tempo passa e più la situazione di un "cassa-integrato" o di un "fallito" diventa difficile.

aggiungo che nel terzo mondo si continua a nascere a ritmi troppo elevati, se qui il lavoro diminuisce per noi diminuirà anche per loro dunque occhio anche a questo aspetto relativo agli immigrati (e relativi flussi) e conseguente gestione non solo qui da noi ma anche nei loro paesi d'origine.

mi rivolgo ai politici:
non fate i cazzoni! a tutto c'è un limite specialmente in questa fase!

infamate quale piscina e palestra per gli eurodeputati, un centro benessere da 2150 metriquadri di cui potete trovare maggiori dettagli sul link del corriere della sera, hanno il sapore delle trovate dei "nobili" nell'ottocento... tipo reggia di versailles...
occhio che il popolo non è tutto pacifico come lo sono io.
(nota bene: non è una minaccia (!), è un consiglio da appassionato di storia e sociologia; forse se lo seguite è meglio per tutti). LL

venerdì 6 marzo 2009

L'Unità della CGIL o la CGIL dell'Unità?




L'Unità, storica testata della sinistra italiana è in crisi.
Si parla di tagli al personale: su circa 100 lavoratori la metà resteranno a casa.
Soru - il cui tocco imprenditoriale in questi ultimi tempi ha lo stessa valenza dei recenti insuccessi politici - non è riuscito a risollevarne le sorti editoriali ed economiche.
Ma la vera notizia è che la CGIL appoggerrà la testata editoriale sul versante degli abbonamenti e della pubblicità.
Epifani - leader del più grande sindacato italiano - giustifica l'appoggio all'Unità "perchè parla sempre delle nostre battaglie".
Ma come?
Un sindacato dovrebbe essere apolitico: così dichiararono i vertici della CGIL durante gli autunni caldi del governo Berlusconi.
E poi: non è solo L'Unità a parlare, ed ad aver parlato, delle battaglie della CGIL.
Anche Il Giornale ne ha parlato
E tanti altri giornali ne hanno parlato.
Ma forse Epifani si è scordato di dire che L'Unità parla sempre bene delle battaglie della CGIL.
Epifani conosce bene le tecniche di linguaggio politico: l'aggettivo "bene" avrebbe svelato la finzione apolitica della CGIL.

H3G


La pubblicità è l'anima del commercio.

Mi ha colpito quella della H3G con la Littizzetto e quell'altro pelato di cui non mi ricordo il nome.

Cosa mi ha colpito?

Due cose.

1) pubblicizzano una copertura pari all'88% della popolazione, in circa 3.750 Comuni.

2) In Italia i Comuni sono circa 8.100.

Caspita!

Quindi secondo la pubblicità della 3 sembra che l'88% della popolazione risiede nel 46% dei Comuni.

Ho i miei dubbi.

Certo è che alla gente basta dare due numeri a muzzo che tanto chi li controlla!

Se poi lo dice la Littizzetto ed il pelatone....

Mentre la bce taglia ancora di uno 0,5% e le borse tracollano...


in irlanda so di manifestazioni e scioperi carichi di rabbia e tensione, lontani dalla cultura di quel paese anche per numero di adesioni.

in islanda idem come sopra.

in lettonia in aggiunta a quanto sopra c'è stato nei giorni scorsi anche qualche atto di "guerriglia urbana" qualche tafferuglio in pratica.

problemi simili in tutto l'est europeo.

in quella terra chiamata spagna a una settimana dalle elezioni regionali sono stati messi fuori legge un altro paio di partiti baschi, poi nel week-end si è votato e i partiti baschi rimasti hanno comunque tenuto bene.

le banlieu di parigi sono sempre monitorate con grande cura come la situazione delle principali città greche appare critica, di oggi la notizia di un autobomba nei pressi di atene mi pare che ha colpito un'impreditore anche se non ci sono ancora rivendicazioni.

in aggiunta sicuramente tante notizie similari non arrivano o sono giunte soltanto in parte, ad esempio nel regno unito ho sentito numeri da brividi sui fallimenti di piccole aziende o comunque attività quali negozi e pub, qualcuno ha parlato di 39 aziende/attività al giorno ma non è dato sapere come stia reagendo la popolazione; nella cugina america è dato vedere ingegneri diligentemente in coda per posti da elettricista.. prendiamo tutto per buono e speriamo questa quiete duri...

è questo il successivo problema a mio avviso, la crisi temo lo porterà problemi sociali. (sottolineo temo, non auspico. lo dico per chiarezza perchè ho letto anche di cambi normativi significativi per i reati di sovversione e roba similare...)

se penso che la crisi è solo agli inizi, almeno stando a sentire gli "esperti" e del resto la borsa si è sempre detto anticipi il mercato di diversi mesi, 3-6, il rischio è che possa verificarsi una fase 3 (crisi finanziaria, crisi dell'economia reale, crisi sociale).

in america ed in europa mi pare tiri un gran gran brutta aria.... e dal punto di vista sociale al momento non abbiamo ancora visto nulla se non scioperi e manifestazioni per il momento ben gestite e ben controllate ma il clima pesante, di grande tensione e rabbia verso questo sistema e chi non lo ha gestito, mi pare evidente seppur al momento incanalato in un binario corretto cioè pacifico.

questo timore è basato su quanto la storia ha insegnato.
e mi pare sia suffragato dalla serie di nuove norme introdotte in vari paesi, di quelle italiane recentemente abbiamo spesso parlato ma in europa l'andazzo è simile; di ieri la notizia di come addirittura nella tranquilla finlandia sia passata una legge che consentirà alle aziende, di monitorare le mail dei dipendenti rintracciando mittenti, destinatari, orari di invio e dimensione degli allegati.

insomma, in estrema sintesi la mia sensazione è:

qualcuno ha il culo stretto stretto (tutti quelli che hanno tratto profitti in questi anni da questo andazzo suicida) e ora questi stessi soggetti visto l'effetto domino che questa gestione ha scatenato hanno paura scoppino casini grossi, casini veri.

speriamo le cose si aggiustino pacificamente, io ad ogni modo sono lieto di guardare dalla campagna senza panico per carità ma con un minimo di apprensione questo sì. LL

martedì 3 marzo 2009

SOCIAL CARD


Siamo in tanti ad averne sentito parlare in questi ultimi tempi: mi riferisco alla carta acquisti comunemente nota come "social card".


La carta, ideata da Tremonti, consente agli ultrasessantacinquenni ed alle famiglie con minori di 3 anni in particolari condizioni, di avere un credito mensile di 40,00 euro spendibile per beni di prima necessità e bollette.
Tremonti ha fatto quindi una grande cosa.
Ho però qualche perplessità.
Per fortuna non ne ho bisogno, ma mi immagino l'imbarazzo di chi, in coda al supermercato o alle poste per pagare le bollette, deve far mostra della carta dallo sfondo azzurro che certo non è uno status simbol come lo è per esempio l'American Express Gold!
Anzi! Ci sono carte che non funzionano: la figura, per chi nella vita ha avuto la "fortuna" di dover ricorrere alla social card, non è il massimo.
Forse non era meglio dare ai pensionati e famiglie i 40 euro direttamente in pensione (escludendoli a tassazione) e/o nei loro conti correnti bancari o postali?
Eppoi tutto questo traffico di circuiti di carte mi fa pensare male circa l'indotto che si è creato e che probabilmente sarà un buon affare per qualcuno.
In sintesi: l'idea del Ministro Tremonti la trovo buona, la sua applicazione potrebbe migliorare.

lunedì 2 marzo 2009

Nucleare: ne abbiamo veramente il bisogno?


Con il referendum abrogativo del 1987 è stato di fatto sancito l'abbandono, da parte dell'Italia, del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico.
In attuazione di detto referendum, infatti, nel 1988 il Governo italiano, in sede di approvazione del nuovo piano energetico nazionale, ha deliberato la moratoria nell'utilizzo del nucleare quale fonte energetica.
E’ di pochi giorni orsono la notizia che il capo del governo italiano ha firmato un accordo con il presidente della repubblica francese, per la costruzione di quattro centrali nucleari di terza generazione sul nostro territorio.
Ma si perde tempo a fare referendum se poi qualcuno in barba al volere degli italiani decide di rimescolare tutte le carte?
Certo l’Italia del 1987 è diversa dall’Italia attuale, ma allora se domani qualcuno si svegliasse con idee nostalgiche pretenderebbe di mettere in discussione anche il referendum a suffragio universale del 1946 dove gli italiani erano chiamati al voto per scegliere tra repubblica e monarchia.
Ma del nucleare abbiamo veramente bisogno?
Questa è la domanda da porci senza nessuna strumentalizzazione politica, interessante è una intervista a Angelo Baracca, fisico che insegna all’università di Firenze, autore del libro “l’Italia torna al nucleare.”, eccone qua uno stralcio:

Professor Baracca, perché ritiene l’accordo tra Italia e Francia per lo meno inutile?

«C’è una cosa che nessuno dice: con le centrali nucleari si produce solo energia elettrica.
Ma l’elettricità è solo un quinto dei nostri consumi energetici.
Oltre l’80% dell’energia che consumiamo per i trasporti o per l’agricoltura non è elettrica.
Le centrali nucleari, quindi, non risolverebbero il nostro problema: continueremo a importare petrolio.
La Francia, che produce il 78% della sua energia elettrica con il nucleare, importa più petrolio di noi».
Qualcuno dice che in Italia produciamo poca energia elettrica, è vero?
«Non è vero: abbiamo una potenza installata che supera del 30% la domanda di elettricità. Solo che il sistema è inefficiente e quindi la nostra elettricità è la più cara d’Europa.
Ma se anche fosse vero che abbiamo bisogno di altra energia elettrica, potremmo decidere di fare come la Spagna dove, in un anno, sono stati creati impianti eolici per 3500 megawatt: come 2 centrali e mezzo.
La costruzione di questi impianti costa meno e ha coinvolto l’industria spagnola con ricadute positive sull’economia.
Oppure potremmo fare come le Germania che punta sul solare, pur avendo meno sole di noi.
È questione di scelte».
Si prevede che la prima centrale parta nel 2020. È realistico?
«Sì, bisogna considerare una decina d’anni per avere l’opera finita, anche se c’è chi dice che una centrale si costruisce in 5 anni.
In Europa ci sono due centrali in costruzione come quelle che dovremmo importare in Italia: una è in Finlandia, l’altra in Francia.
Quella finlandese è iniziata 3-4 anni fa e ha già accumulato 2 anni di ritardo e un aumento di costi di 2 miliardi di euro.
Il problema è che una centrale nucleare ha esigenze tecnologiche altissime. Anche i materiali, come il cemento o l’acciaio, devono essere di qualità superiore.
Le industrie finlandesi non sono in grado di soddisfare questa esigenza.
Pensiamo a cosa potrebbe accadere in Italia dove la Italcementi ha dato cemento taroccato anche per le grandi opere».
Abbiamo le competenze per gestire questi impianti?
«Dopo il referendum sul nucleare dell’87, l’Italia ha smantellato tutto.
All’Enea ci sono una quarantina di dipendenti con le competenze giuste, ma un terzo sono occupate a smaltire le centrali chiuse e quasi tutti sono prossimi alla pensione.
Il resto è personale a contratto.
Possiamo gestire le centrali con i co.co.pro?»


Ognuno di noi può trarre le proprie conclusioni, ma certe domande sorgono spontanee: “Perché questo ritorno al passato?”, Perché ci martellano insistentemente con energie rinnovabili e non inquinanti se poi si punta sul nucleare che non è rinnovabile ed è altamente inquinante?”
Cerco di dare le mie risposte:
In un mercato globale consumato come un cancro da questa crisi senza precedenti, dove fino a poco tempo fa si riusciva a produrre denaro senza produrre un accidenti, dove è impossibile trovare un imprenditore che riscopra il gusto del rischio d’impresa, Sarkozy è riuscito nel miracolo.
L’accordo Italia-Francia sul nucleare è stato un colpo da maestro per far finanziare l’industria nucleare francese dalla mano pubblica italiana, ricordiamoci che le quattro centrali italiane costeranno circa 24 miliardi di euro pubblici.
Areva, multinazionale che opera nel campo dell’energia, ha cercato con poco successo di piazzare e farsi finanziare un loro prodotto, il reattore Epr, come prodotto europeo, incassando il no di molti stati UE tra cui la Polonia, ma l’accordo siglato con l’Italia da una mano di colore europeo al reattore Epr.
Il nucleare di terza generazione poi è una risposta tardiva all’incidente alla centrale nucleare di Three Miles Island in Pennsylvania di circa trent’anni fa.
Parliamo ora dei rischi alla salute, la contaminazione radioattiva di routine, e lo smaltimento delle scorie che rimangono attive per centinaia di migliaia di anni.
E’ documentato che le popolazioni che vivono vicino alle centrali e chi lavora dentro alle centrali, anche in assenza di incidenti hanno un aumento del proliferarsi di leucemie e tumori.
Le scorie poi sono uno dei problemi ancora irrisolti, non esiste posto sicuro al 100% dove stoccarle, ci sono progetti basati sull’Ads (accelerator Driven System) che hanno costi elevatissimi e quindi non applicabili.
Concludendo la mia paura è quella che il paese perda competitività verso lo sviluppo di energie rinnovabili, che vedono in prima linea paesi come la Germania, l’Inghilterra, la Cina, per non parlare di Obama e di quella promozione energetica, che è la transazione da un modello ad alta densità d’energia ad uno sviluppo di fonti diffuse sul territorio.
Un passo fondamentale verso una società sostenibile. Bub