venerdì 30 gennaio 2009

Gare a perdere

dietro la scusa della libera concorrenza e libera circolazione in ambito ue è in atto una guerra tra poveri. tra lavoratori che si trovano di fronte ad un bivio:
- accettare stipendi inferiori
- perdere il lavoro a vantaggio di chi accetta una paga più bassa.
succede in italia dove soprattutto ragazzotti dell'est fanno le scarpe ai nostri operai (oggi, domani anche agli ingegneri statene certi), succede in inghilterra dove sono anche gli italiani a fottere gli inglesi.

la realtà è che a perdere è prima di tutto il dipendente del paese più ricco ma anche l'azienda e quindi l'imprenditoria locale, con conseguenti problemi che a cascata riguardano un'area vasta poichè crescendo la disoccupazione e/o abbassandosi gli stipendi dei lavoratori aborigeni calano i consumi e aumentano i delinquenti. sono numeri, non c'è un cazzo da fare.

a guadagnare (poco) sono le poche ditte che riescono a proporre un preventivo non troppo basso perchè non scordiamoci che in queste gare al ribasso alle volte si finisce per fare lavori che costano più di quanto rendono, pare assurdo ma succede più di quanto non possa sembrare.

in aggiunta si ha un flusso di denaro che và dai lavoratori alle loro famiglie site a migliaia di km, queste ne hanno un minimo giovamento verrebbe da dire ma è fittizio poichè intanto hanno il loro caro lontano e secondariamente quello che arriva basta giusto per consentire un sostentamento magro visto che qualcosa (generi di prima necessità) comunque viene consumato da chi sta lavorando all'estero.

il beneficio che può avere il consumatore finale da un calo del costo della materia finitao il beneficio che può avere lo stato che offre l'appalto a una ditta esterasparisce già a medio termine inghiottito dai costi sociali.

facendo riferimento ad aree del nostro paese di fatto oggi in mano straniera, enclave oserei dire, vi vengono in mente casi in cui il comprensorio ne ha beneficiato o viceversa ne ha risentito in maniera negativa?
insomma, per come la vedo io sono gare a perdere dove a rimetterci si è tutti quanti.bisogna a mio avviso accettare il fatto che ogni paese della ue è diverso dall'altro, ci sono redditi diversi, tutele sindacali diverse, abitudini diverse e non si può pensare di fare un calderone unico.
ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha la sua cultura; non giudico giusta o sbagliata, semplicemente diversa.

l'inghilterra non è la polonia e viceversa, l'italia non è la romania e viceversa!
avete fatto un europa dei soldi, degli interessi di pochi (che non sono le classi produttive ma quelle dirigenti) ma l'europa è, o per meglio dire sarebbe, dei popoli!la svizzera tutto questo lo ha previsto, non mi pare stia peggio di altri, anzi (!) (e certi guru ne prevedevano una crisi totale); gli irlandesi lo hanno capito dopo come olandesi e francesi ma le loro democratiche espressioni di dissenso sono state soffocate e denigrate. ad altri non è stato concesso di esprimersi...

ps: e vedrete che bello quando entrerà anche la turchia.... LL

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