La notizia del caso Battisti approdato nelle aule (deserte) del Parlamento Europeo fa riflettere su cosa è la nostra politica e su cosa sono i nostri politici.
Cesare Battisti è un terrorista: lo stampo è di quello estremista, in particolare dei PAC cioè i Proletari Armati per il Comunismo.
Battisti, all'alba degli anni 80, usa il piombo, uccide quattro persone.
Scappa in Francia, ci sta qualche anno per poi scappa in Brasile sottraendosi alla giustizia italiana invocando lo status di rifugiato politico.
Status avallato dal presidente brasiliano Lula che non accetta le pretese di estradizione del governo italiano.
E' uno scandalo - sostengono i nostri politici - che il Brasile avalli lo status di rifugiato politico all'ennesimo terrorista degli anni di piombo.
La questione è troppo importante.
Tanto importante da deferirla al Parlamento Europeo dove l'Italia, sulla carta, è ben rappresentata anche da fenomeni politici come Iva Zanicchi e Gianni De Michelis.Il fatto è proprio questo: l'Italia è rappresentata solo sulla carta.
Per la "questione Battisti", alla quale tenevamo così tanto, si sono presentati solo in 6 su 78: solo l'8%.
E se la questione fosse stata meno importante in quanti si presentavano?
Ministro Brunetta: qui c'è pane per i suoi denti, se è vero che il suo pane sono i fannulloni!
Se poi dobbiamo tagliare le spese improduttive, inutili, anche qui c'è parecchia materia prima: un europarlamentare italiano è in assoluto il più costoso - interessante questa classifica offerta dal Corriere - per non dire che è inutile viste le assenze: non lo scriviamo solo qui; lo disse anche Prodi e non mancano articoli di settimanali autorevoli nella materia politica.
Parlando chiaramente: ma abbiamo proprio bisogno di strapagare questi inutili parassiti?
E' ora di dire basta: si chiedono sacrifici al popolo pagatore, che vive di sudore e lavoro, per sperperare fiumi di soldi che finiscono nelle tasche di questo o quel raccomandato.
Da un lato il fatto che per queste questioni siamo un popolo supino è una fortuna: evita rivolte di tipo francese, che da parte del ceto più in difficoltà, la classe operaia, sarebbero più che legittime.
Ci manca quello che i filosofi tedeschi chiamavano Volkgeist, lo spirito popolare.
Ma ci manca anche perchè questo spirito ce lo hanno tolto: ormai le elezioni non sono più una espressione democratica ma un semplice gioco di somme per questo o quel colore politico.
Colore politico il cui segretario di partito è ormai diventato il vero sovrano, toccando a lui la nomina materiale del candidato.
E non lamentiamoci se ci siamo trovati ad essere rappresentati da Luxuria, Mussolini, Carfagna, Meloni: noi popolo sovrano, derubato dell'unico mezzo di volontà popolare, guarda caso la sovranità, non stiamo facendo niente per riappropriarci di ciò di cui la Costituzione ci ha dotato in origine.
Sennò finiamola di invocare sempre la carta Costituzionale: alla fine vale meno della carta igienica usata.
Detto internos, sulla questione Battisti: pagatemi il viaggio in Brasile che mi diverto a fargli addosso il tiro assegno.
Altro che Parlamento Europeo: siamo pratici!
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Concordo pianamente, e vorriei soffermarmi di più sul caso Battisti.
RispondiEliminaNon faccio il tifo per lui anzi mi sta anche un po sugli zebedei, però nella mia ricerca di verità anche scomode sul Battisti è bene fare delle dovute precisazioni.
L'impianto accusatorio è basato solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni di un pentito un certo Pietro Mutti.
Questt'ultimo è stato più volte contraddetto dai fatti e da altre circostanze, non voglio dilungarmi in date morti e PAC, ma posso concludere esistono molti dubbi che Battisti abbia sparato a qualcuno.
Poi certe affermazioni del capo della difesa italiana che dice che Battisti sarebbe in vacanza da sogno a Copacabana, non è corretto perchè Battisti si trova in carcere.
Visto che si ci accinge a "dichiarare guerra al Brasile" per riprenderci Battisti, si ci chiede perchè non si muova un dito da vent'anni per riavere dal Giappone in Italia Delfo Zorzi.
vero Bub.
RispondiEliminaed aggiugno anche il "buon" Achille Lollo che se ne sta bello bello in Argentina.
NEssuno ha mosso un dito: intanto lui in quel di Buenos Aires si è addirittura candidato nelle liste del locale PD.
Per la cronaca non è stato eletto.