sabato 25 aprile 2009

Liberazione: no alle semplificazioni propagandistiche.



sono giorni nei quali l'esercito tedesco si ritira dal nord italia in modo confuso e frettoloso.
nell'entroterra del ponente ligure tra gli altri ci sono due soldati dimenticati che decidono di rientrare in germania a piedi, dopo aver deposto le armi si incamminano in direzione nord.
un gruppo di partigiani li cattura e li porta nella piazzetta del più vicino paese, si chiama leverone (provincia di imperia).
gli abitanti del luogo nulla hanno da rimproverare a quei due ragazzi stranieri e chiedono di liberarli. uno dei due riesce a comunicare il suo desiderio di rientrare in patria dove lo attendono, tra gli altri, moglie e tre figli.

i partigiani li fucilano a sangue freddo senza alcun processo nella piazza del paese.

so questo fatto grazie ai racconti degli anziani di quel luogo, un paio sono ancora in vita come ancora in vita dev'essere anche uno di quegli assassini.

anche questo sono stati i partigiani. che piaccia o no.
e questo silenzio mafioso su certi accadimenti,
e questo voler imporre il generico teorema:
partigiano = eroe
mi disgusta.

nessuno dubita tra i partigiani ci fossero tantissimi uomini e donne valorosi, nessuno dubita del contributo che i partigiani hanno dato alla liberazione del nostro paese ma ciò non toglie che sono state compiute da alcuni di essi efferatezze ingiustificabili che per dovere della storia e pietà delle vittime innocenti andrebbero raccontate.

non c'è bisogno del revisionismo, basterebbe dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità.

perchè in una guerra civile i buoni non stanno mai tutti da una parte e i cattivi tutti dall'altra ma la storia la scrivono i vincitori...
bisognerebbe avere il coraggio di ammettere anche le violenze gratuite, i regolamenti di conti, gli omicidi ecc. ecc. caratteristici di ogni conflitto (e certo questo non ne è stato immune, anzi...).

massimo rispetto per tutti coloro che si sono battuti e hanno dato la vita in nome di un ideale democratico, in nome della libertà ma attenzione:
l'onore è per pochi.
e chi con orgoglio può esibire le proprie gesta non credo abbia bisogno di farsi trascinare in una strumentale sfilata sotto l'arco di trionfo. LL

3 commenti:

  1. Concordo al 1000 per cento con il tuo pensiero.

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  2. Attenzione è facile giudicare ora con le nostre libertà ereditate come se fossimo davanti ad una moviola guardando un fallo da rigore.
    Mettiamoci nei panni di queli poveretti, che lasciando famiglia, lavoro, si diressero sui monti in clandestinità a combattere un nemico più forte più organizzato e più preparato di loro.
    e allora giù il cappello verso chi ha permesso a noi di esistere.
    Un noto scrittore italiano una volte disse che il peggiore dei partigiani sarà sempre meglio del migliore tedesco..., poi certo i morti sono tutti uguali ma il distingo deve essere fatto su quello che facevano da vivi: c'era chi ocuupava e chi cercava di liberarsi.

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  3. bub su questa frase di non so chi dissento fortemente. è pregiudiziale. allucinante e razzista.

    sul resto certamente dici cose anche condivisibili, chissà come ci saremmo comportati noi, per carità, la guerra specie quella civile tira fuori il peggio delle persone tuttavia ritengo che chi uccide in modo gratuito commetta sempre un delitto perciò il tale gesto (omicidio gratuito, vendetta, regolamento di conti ecc.) non si addice assolutamente ad un eroe.

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