martedì 18 agosto 2009

Cosa nostra

a seguito di un recente articolo a firma giorgio bocca:
"Quanti amici ha Totò Riina"

chi tra le altre cose aveva votato l'estensione dei benefici dell'indulto ai colpevoli di voto di scambio mafioso e su amicizie e condanne personali sorvoliamo... si è scatenato in modo compatto, trypartisan (visto i paroloni usciti da gente dell'udc) usufruendo della cassa di risonanza offerta dai propri servi.

questo che segue invece è il parere taciuto dell'associazione antimafia duemila che onestamente per curriculum sul tema mi ispira più fiducia di tanti altri:

"Non si può chiudere gli occhi di fronte alla realtà. L’analisi di Giorgio Bocca, al di là della provocazione, mette a fuoco un problema storico e soprattutto attuale. Non possiamo scordarci che nel 1998 all’interno della Commissione parlamentare antimafia venne costituito un Comitato sull’omicidio di Giuseppe Impastato e che due anni dopo venne approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella relazione vennero evidenziate le gravi responsabilità di alcuni militari dell’Arma come il Magg. Tito Baldo Honorati, il Magg. Antono Subranni e il M.llo Alfonso Travali. Più recentemente, il processo che ha visto alla sbarra alcuni esponenti dell’arma dei carabinieri per la mancata perquisizione del covo di Riina, anche se concluso con le assoluzioni dei principali imputati, non ha chiarito in virtù di quale “ragion di Stato” sono stati impartiti determinati ordini.
Una “ragion di Stato” di cui oggi si intravede l’ombra nel processo, tuttora in corso, che ha come imputati il gen. Mori e il col. Obinu per la mancata cattura di Provenzano a Mezzojuso (PA) nel 1995. Nell’editoriale di Bocca non vi sono quindi “denunce infamanti”, siamo di fronte a fatti concreti che rilanciano l’esistenza di buchi neri, vere e proprie “trattative” tra Cosa Nostra e pezzi dell’Arma prima e dopo le stragi del ‘92 e del ‘93 che sono attualmente al vaglio della magistratura. A fronte di tutto ciò non ci resta quindi che pretendere la verità totale su questi “buchi neri” che, se non svelati una volta per tutte, rischiano di ricreare il terreno fertile per far ripiombare il nostro Paese negli anni più bui di questa Repubblica. Un’ipotesi “infamante” che rappresenta il vero scandalo di un Paese che si definisce “civile””.

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